Ottavio de Carli

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Genealogia



La famiglia de Carli









vedi Scheda da Vittorio Spreti, Enciclopedia Storico-Nobiliare Italiana, vol. II, Milano, 1929, p. 331



I Caroli di Saluzzo

Originari di Montemale, sui monti presso Dronero in provincia di Cuneo, i Caroli ebbero fin dal XIV secolo una posizione di rilievo nella storia del marchesato di Saluzzo. Un Giovanni de Caroli, di Dronero, era dottore in legge e consigliere di Federico II del Vasto, marchese di Saluzzo (1332-1396). (cfr. Goffredo Casalis, Dizionario Geografico Storico Statistico Commerciale degli Stati di S. M. il Re di Sardegna, Torino, 1840, Vol. VI, p. 286)
Più tardi un altro membro del casato,
Costanzo, anch'egli dottore in legge e dotto scrittore di consigli legali, ebbe riconosciuta la posizione di prestigio nel marchesato: nell'agosto 1460 i Caroli furono una delle 12 famiglie dichiarate nobiles di Saluzzo dal marchese Ludovico I.
A quel tempo lo stemma della casata era di rosso al leone d'oro (qui riprodotto per gentile concessione del Blasonario delle famiglie subalpine).
Lo stesso Blasonario riporta un altro ramo della famiglia Caroli, originario di Susa, che figura tra le principali famiglie segusine del XVI e XVII secolo: il
Dizionario Araldico Valsusino ipotizza che discendesse dai Caroli saluzzesi.



Stemma Caroli, dipinto sul Soffitto di una casa privata di Saluzzo (per gentile concessione dei proprietari - foto di Luca Riccati di Ceva, dal sito del Blasonario delle famiglie subalpine)



Una famiglia Caroli, antica casata di Biella con memorie dal XIII secolo, aveva curiosamente uno stemma simile a quello dei Caroli di Dronero - di rosso, al leone d'oro, con la banda d'azzurro, carica di tre stelle d'oro, attraversante (anch'esso riprodotto per gentile concessione del Blasonario delle famiglie subalpine) - e non è escluso avesse con questi un'origine comune.



Jafredo Caroli
(Saluzzo, ca. 1460 - Grenoble, aprile 1516)

Figlio di Costanzo e di Violante Della Chiesa (altra nobile famiglia del Marchesato di Saluzzo) fu Jafredo, illustre giureconsulto che fu importante diplomatico al servizio del Re di Francia, Presidente nel Parlamento del Delfinato, vicecancelliere (con funzioni di fatto di Cancelliere) nel Senato milanese dopo la caduta di Ludovico il Moro, dotto letterato, umanista e mecenate di fama. Inviato in diverse e importanti missioni diplomatiche, morì nel 1516 a Grenoble, dove era stato nominato Presidente del Tribunale.





Marguerite de Navarre. Novella XXXVI dalla 4ª giornata dell'Heptaméron (1546), nella quale si narra come Jafredo Carli fosse riuscito ad avvelenare impunemente la giovane moglie Margaret du Mottet

( English text)



Bonadeo de Caroli
(ca. 1495/1510 - Lezzeno [Como] 5 dicembre 1550)

Un figlio di Jafredo, Bonadeo, "post multas vices" (quali?) si trasferì sul lago di Como, e morì a Lezzeno, presso Bellagio, nel 1550. La lapide tombale, nell'abside dell'oratorio di Santa Marta a Lezzeno, riporta il nuovo stemma, attualmente in uso, con l'aquila, la testa di moro bendato e le barre aragonesi (foto Giovanni Marchetti di Montestrutto).
Da allora la famiglia è documentata nella tremezzina sul Lago di Como.



I de Carli nel XVII e XVIII secolo





Enrico Confalonieri. Significativo ritorno in Olanda, ne Le Vicende della Brianza, edizioni del Licinium, 1954, pp. 61-65



Enrico Carli
(Tremezzo [Como], 26 agosto 1845 - 29 novembre 1898)



Diplomato in matematiche pure (luglio 1865). Ingegnere Meccanico. Combattente volontario nella terza Guerra d’Indipendenza (1866), arruolato nella 3ª compagnia del I Reggimento volontari italiani. Combattente con Garibaldi a Bezzecca. Medaglia d'Oro al Valore Civile. Realizzò numerose e importanti opere di ingegneria idraulica.



La famiglia Marchetti di Montestrutto


Mia madre Giulia Marchetti di Montestrutto, discende da un'antica famiglia piemontese che nel 1756 venne investita del titolo comitale.

Beatrice e Giulia Marchetti di Montestrutto " Ortensie e ortiche", Bologna, Pendragon, 2012

Un raffinato racconto di cento anni di storia patria e familiare, dalle Cinque giornate di Milano alla fine della Seconda guerra mondiale. Su questo sfondo emergono i ricordi di un tempo passato, rievocati da due sorelle vissute tra un'infanzia felice, trascorsa durante il ventennio fascista in antichi palazzi con giardini ricchi di ortensie, e la catastrofe di un conflitto che portò alla distruzione di un mondo, alla fame e all'amaro sapore delle ortiche. Dai primi anni di scuola a Milano, vestiti alla marinara, a quelli difficili delle tessere annonarie e dei bombardamenti, dalle felici vacanze nella tenuta dei nonni fuori Firenze alla frugale vita da sfollati a Cortina d'Ampezzo, il romanzo narra la quotidianità di cinque fratelli che hanno conosciuto lussi e difficoltà, tradizioni ormai scomparse e profondi affetti familiari, parentele e amicizie importanti. Attraverso i ricordi privati, avvolti in un'atmosfera di serenità, d'incanto e di sorridente poesia, si compone il ritratto di un'epoca non troppo lontana nella memoria del nostro Paese.


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